Ferite a morte. Dieci anni dopo: un grido potente contro il femminicidio
A dieci anni dalla sua prima pubblicazione, Ferite a morte di Serena Dandini ritorna con una nuova edizione aggiornata, confermandosi come un’opera fondamentale nella lotta contro la violenza di genere. Questo libro non è solo una raccolta di testimonianze, ma un vero e proprio manifesto che denuncia le radici culturali del femminicidio e invita a una riflessione collettiva.
Un’opera che dà voce alle vittime
Serena Dandini, con la collaborazione della sociologa Maura Misiti, ha raccolto storie di donne che hanno perso la vita per mano di chi diceva di amarle. Queste testimonianze, presentate sotto forma di monologhi teatrali, restituiscono dignità e umanità a vittime spesso ridotte a semplici numeri nelle cronache.
La nuova edizione include anche il monologo “Casa dolce casa”, che affronta la drammatica realtà vissuta da molte donne durante il lockdown, costrette a convivere con i loro aguzzini senza possibilità di fuga. Inoltre, per la prima volta, viene introdotta una voce maschile, simbolo dell’importanza del coinvolgimento degli uomini nella lotta contro la violenza di genere.
Un classico necessario
Nonostante le speranze di un cambiamento, Ferite a morte è diventato un classico della letteratura contemporanea italiana, simbolo di una ferita ancora aperta nella nostra società. Come sottolinea l’autrice, “purtroppo – e sottolineiamo questo purtroppo – è diventato un classico. Non lo avremmo mai voluto, speravamo sinceramente che le cose cambiassero con più rapidità, ma siamo ancora qui a contare”.
Perché leggere questo libro oggi
In un’epoca in cui la violenza di genere continua a mietere vittime, Ferite a morte. Dieci anni dopo si presenta come una lettura imprescindibile per comprendere la portata del fenomeno e le sue radici culturali. Il libro non solo sensibilizza, ma invita all’azione, sottolineando l’urgenza di un cambiamento profondo nella nostra società.
Dove acquistare il libro
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