Emanuela Panatta inizia la sua carriera artistica negli anni ’90, partecipando come ballerina e a numerosi varietà Rai quali Numero uno, Per tutta la vita, Il paese delle meraviglie, La casa dei sogni; studia recitazione e ha condotto per alcuni anni Cartoon Network, programma per bambini. Oggi continua a lavorare nel mondo dello spettacolo; è docente di movimento scenico e si dedica alla realizzazione di progetti indipendenti.
Il tema è caldo e non posso non chiederti un tuo parere su tutto ciò che ha messo in luce il caso Weinstein.
Come ho scritto in un post su facebook qualche giorno fa: Bisogna avere un gran rispetto per le vittime di violenza sessuale. Trovo ignobile e aberrante usare il potere personale, a prescinderle che sia un uomo o una donna ad esercitarlo, per creare sudditanza, manipolare in maniera subdola, con il fine di abusare psicologicamente o fisicamente. Il disagio è all’origine ognuno di noi ha una storia, un vissuto, un’educazione. Chi siamo, da dove veniamo, qual è il nostro bisogno, cosa vogliamo ottenere e cosa siamo disposti a fare per raggiungere il nostro obiettivo. “Il carnefice” colui che detiene e strumentalizza il potere conosce perfettamente la vittima. La vittima non ha gli strumenti per difendersi o ribellarsi altrimenti non sarebbe tale. E’ facile giudicare, puntare il dito contro qualcuno. Non oso giudicare. Bisognerebbe essere quella persona e trovarsi in quella situazione. Provo ribrezzo, disgusto per coloro che compiono tali azioni. L’autostima, l’ amor proprio e una grande fiducia personale possono aiutare a DIRE NO, scegliere, far valere i propri diritti. Spesso non si trova il coraggio e la forza di farlo.
Hai subito dato il tuo sostegno all’iniziativa contro la violenza sulle donne che si terrà dal 4 al 7 novembre al Macro Testaccio di Roma (Spazio Factory).
Cosa presenterai per l’occasione?
Domenica 5 Novembre alle ore 19:00 presenteremo un incontro nel spazio Factory al Macro Pelanda nel quale la musica, la danza, il dibattito e il mio libro CIVICO 33 monologhi di Donne, sosterranno il tema dell’evento. Non solo la violenza contro le Donne, la violenza in generale a prescindere che sia un uomo o una donna ad esercitarla. La performance di teatro-fisico che mi vede interprete, sulle note di Stairway to heaven dei Led Zeppelin è creata dal regista coreografo Roberto Croce, accompagnerà al violoncello Fabio Cavaggion, Francesca Ceci, attrice leggerà dei monologhi tratti dal mio libro, il giornalista Alessandro Gatta sarà il moderatore della serata, ospiti presenti interverranno con il loro contributo. I professionisti che ho coinvolto hanno aderito, come me, gratuitamente all’ evento mettendo al servizio la nostra professionalità per una causa che sentiamo di sostenere. Dal 2004 dopo la mia esperienza come solista danzatrice, nel teatro del penitenziario di Rebibbia di Roma ho iniziato ad essere attiva nel sociale, impegnandomi e mettendo a disposizione le mie competenze.
L’arte può dare il suo contributo nel contrastare questo allarmante fenomeno? se si, in che modo?
Certo. L’arte ha un grandissimo potere, riesce a muovere le masse, far riflettere. Attraverso l’arte possiamo esprimerci, arrivare a chi non ha il coraggio, la forza, gli strumenti per farsi ascoltare, per molti è come “un’ancora di salvezza”. La denuncia di un personaggio pubblico, anche se non dovrebbe essere così purtroppo, ha una forza maggiore rispetto ad una persona comune che denuncia un’aggressione, lo stiamo vedendo in questi giorni. Una rivoluzione. Dovremmo stringerci forte in questi casi le cose andrebbero meglio.
Sei autrice del libro “CIVICO 33 monologhi di Donne pensati per la messa in scena teatrale. Come nasce l’idea di un libro al femminile?
CIVICO 33 nasce con il desiderio di dar voce ai miei pensieri attraverso l’osservazione di un mondo al femminile fuori da me. Posso dire di essere una Donna, alla quale non è mai stato regalato nulla. Ho lottato per ogni cosa rispettando me stessa, i miei valori, dando amore e fiducia. Molte porte mi sono state chiuse, molti NO mi sono sentita dire e anche io ho detto moltissimi NO ho sempre continuato con determinazione per la mia strada con la mia famiglia accanto che mi ha educato e sempre sostenuto, rialzandomi riconoscendomi nello specchio, scegliendo la via più tortuosa, che mi ha reso la Donna che sono. Felice di vivere in un mondo dove credo che l’uomo e la donna siano di pari dignità, dove nessuno esula l’altro, nel quale possono operare per creare un progetto insieme per la vita in tutti i settori, lavoro e famiglia senza nessuna discriminazione o subordinazione.