Un vero e proprio fiume di giovani partito da Washington per chiedere un cambiamento, per dire un fermo NO alle armi.
Più di 800mila ragazze/i sfilano, si fanno vedere, sono loro i futuri elettori e loro chiedono di cambiare rotta.
Lo scorso 14 febbraio un giovane ha ucciso 17 coetanei a scuola. Accadeva in florida e più precisamente a Parkland.
I sopravvissuti di quella strage sono gli organizzatori di March for our live, Marcia per la vita.
Molti di loro voteranno tra il 2018 e il 2020, chiedono di essere rappresentati. Urlano “Politici rappresentateci o andate via”. Dal palco lo urla Cameron Kesky.
Sono gli stessi giovani che reputiamo lontani dalla politica, presi solo dai selfie e assettati di social quelli che hanno letteralmente invaso Washington con una richiesta molto precisa.
Non accade solo a Washington, ma in tantissime piazze: New York, Boston, Chicago, Seattle, Denver, Los Angeles, Atlanta, Minneapolis.
Arriva anche a Roma, Firenze, Milano, Londra, Parigi, Tokyo, Madrid un evento che ha saputo far sentire la sua voce in tutto il mondo.
Tutti questi giovani hanno usato la rete per unirsi e organizzarsi in questa richiesta di cambiamento che ha saputo unire tante diversità, culturali in primis.
George Clooney a Washington si dichiara orgoglioso da Washington
Proprio in una piazza qui vicino il caro amico john lennon veniva ucciso con un’arma da fuoco
La Casa Blanca elogia i numeri giovani americani che stanno esercitando i loro diritti.
Il dibattito sulle armi da fuoco negli USA si è acceso dopo la tragedia, timide misure vengono annunciate anche se l’esperienza americana purtroppo ci ricorda una cosa banale ma vera: Chi ha le armi, prima o poi le usa.
Non è un caso infatti che gli Stati con più armi da fuoco sono quelli in cui si consumano omicidi violenti e suicidi.
No, non è un caso.
