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lunedì, 19 Maggio,2025
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La bufala sul trattato di Caen: mar di Sardegna ceduto alla Francia

La cattiva interpretazione del trattato di Caen è una di quelle bufale circolate in internet difficili da distinguere, poiché cavalcate sapientemente da politici (volutamente?) poco informati, e poi condivisa da chiunque. I toni allarmistici hanno il resto.

Ed è così che un accordo già firmato e mai ratificato è tornato di moda, preoccupando gli animi di non poche persone.

A scatenare il delirio sono stati Matteo Salvini e Giorgia Meloni con i loro post su Facebook in cui avvertivano i seguaci di stare sull’attenti: la Francia il 25 marzo si prenderà il mar di Sardegna, ma il governo tace.

Il trattato di Caen: La Francia si prende i mari italiani

Il trattato di Caen (lo potete leggere interamente qui) è un accordo che ha lo scopo di ridefinire i confini marittimi tra Francia ed Italia. Essi sono poco chiari ed hanno spesso causato problemi ai pescatori.

Le discussioni in merito al trattato iniziarono nel 2006 e si conclusero nel 2012. Soltanto nel 2015 esso fu firmato da ambo le parti.

Il parlamento italiano però, contrariamente a quello francese, non l’ha mai ratificato, ecco perché esso non è mai potuto entrare in vigore e non può, tutt’ora, produrre effetti giuridici. È la stessa Farnesina, in seguito allo “scandalo”, a renderlo noto:

“…l’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici…

…I confini marittimi con la Francia sono pertanto immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli”.

Il trattato di Caen, fra le altre cose, prevedeva che l’Italia cedesse alla Francia la così detta: “Fossa del cimitero” (zona molto pescosa, dunque contesa) in cambio di diverse secche attorno alla Corsica.

Che cos’è una ratifica?

La ratifica è una delle quattro fasi che compongono il procedimento normale o solenne, necessario per stipulare i trattati. Tale procedimento comincia con la fase dei negoziati, cui seguono la firma o parafatura, che non vincolano ancora lo Stato ma si limitano a garantire l’autenticità del testo firmato e approvato dai plenipotenziari; vi è poi la ratifica, che avviene con diversi procedimenti interni e lo scambio delle ratifiche, che consente agli Stati contraenti di conoscere gli esiti del processo di adesione al trattato delle controparti.

Nell’ordinamento giuridico italiano la ratifica avviene tramite un atto presidenziale che, in alcuni casi, deve essere autorizzato con legge del parlamento. Non bisogna dimenticare, però, che ogni atto presidenziale, ex. art. 89 della Costituzione italiana, richiede, ai fini della sua validità formale, la controfirma ministeriale. Da ciò si deduce chiaramente che la competenza a ratificare non è sostanzialmente del Presidente della Repubblica, ma è invece del Potere esecutivo che, in base al Ministro competente, propone al Presidente la ratifica dei vari trattati. [Fonte: wikipedia].

In poche parole, nonostante un trattato sia già stato firmato dai rispettivi governi, senza ratifica esso non può ancora considerarsi valido.

Da dove nasce la confusione in merito al trattato di Caen?

La confusione nasce su diversi fronti. Primo di tutti la discussione che avverrà il 25 marzo, che da molti è stata interpretata come la data in cui entrerà in vigore questo accordo.

“…essa (la data 25 marzo,ndr), come informa l’ambasciata di Francia a Roma, riguarda semplicemente ‘una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico’ sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non è volta in alcun modo a ‘modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo”.

Inoltre, seguito la firma dell’accordo nel 2015, sono state diffuse cartine sbagliate, che hanno generato non poca confusione ed una reintrepretazione delle stesse. La Farnesina ha comunque assicurato che queste verranno corrette al più presto.

Non da ultimo, la confusione l’ha creata anche la gendarmeria francese che dal 2016 in poi cominciò a comportarsi come se l’accordo fosse già valido. Alcuni pescherecci italiani furono tratti in stato di fermo nel porto di Nizza con l’accusa d’aver sconfinato in acque francesi. Essi furono rilasciati solo dopo il pagamento di una cauzione piuttosto salata. Errori di cui la Francia si dichiarò presto colpevole.

Il caso più noto riguarda il peschereccio italiano Mina, la notizia fece scalpore già nel 2016, ma allora la colpa del cedimento della fossa del cimitero fu univocamente attribuita a Renzi, e già allora si parlò di bufala (fonte: Butac-Renzi cede il mare italiano alla francia).

Il problema dei confini incerti non si è risolto con l’amissione delle proprie colpe da parte della Francia. Sono numerosi i pescatori che lamentano d’esser stati multati per aver sconfinato, ma quali siano i confini è poco chiaro. Nonostante si tratti a tutti gli effetti di una fake news, la ridiscussione del trattato di Caen resta un’urgenza poiché andrebbe a colmare un vuoto giuridico enorme, che fin’ora è stato regolato basandosi su una convenzione del 1892. Lo si può leggere in una nota della Farnesina a proposito del sopra citato peschereccio Mina:

“L’accordo firmato a Caen, frutto di un negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, risponde alla necessità di stabilire confini certi alla crescente proiezione di entrambi i Paesi sulle porzioni di mare ad essi prospicienti e alla luce delle sopravvenute norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS, 1982). Se si esclude la citata Convenzione del 1892, l’accordo del 2015 colmerebbe un significativo vuoto giuridico, avendo portata generale e riguardando ‘i mari territoriali, la piattaforma continentale e le acque sotto la giurisdizione’ delle parti”. [fonte]

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