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lunedì, 19 Maggio,2025
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Divario retribuito di genere

Con “divario retributivo di genere“, anche noto con il nome di “gender pay gap“, si suole identificare la differenza salariale tra gli uomini e le donne. Il divario retribuito di genere viene calcolato in base alla differenza aritmetica tra il salario maschile e quello femminile.

In base a quanto stabilito da calcoli recenti, all’interno dell’Unione europea le donne guadagnano in media circa il 16% in meno rispetto gli uomini coetanei e che ricoprono la medesima mansione nel medesimo periodo. La media è stata stilata naturalmente tenendo conto di tutti gli Stati che fanno parte dell’Unione europea, ma bisogna tenere presente che all’interno di ogni nazione la situazione è diversa.

Vi sono Paesi all’interno dell’Unione europea, ad esempio, la cui differenza salariale si mantiene al di sotto del 10%, come la Slovenia, la Repubblica di Malta, la Polonia, l’Italia, il ussemburgo e la Romania, mentre altri in cui si supera addirittura il 20%, come in Ungheria, in Slovacchia, in Repubblica Ceca, in Germania, in Austria e in Estonia.

Il Divario retribuito di genere è una problematica ben diffusa, che va a incedere sul reddito femminile lungo tutto l’arco di vita: durante la pensione, infatti, le donne sono più esposte al rischio di povertà in vecchiaia. La situazione è precaria anche dal punto di vista occupazionale, visto che le donne occupate all’interno dell’Unione europea sono il 63% circa, mentre gli uomini raggiungono quota 75%.

Nell’Unione europea i calcoli risultati dai dati part – time sono a dir poco agghiaccianti: ben il 34,9% delle donne, infatti, ricopre delle mansioni in orari part – time, mentre soltanto l’8,6% degli uomini al momento è occupato con questo tipo di contratto.

Nonostante le donne e gli uomini spesso svolgano lavori differenti e si occupino di portare a termine compiti differenti, è possibile assistere a una discriminazione salariare a discapito del mondo femminile quando si tratta di lavori identici per sesso. Ambienti in cui le donne prevalgono rispetto agli uomini, come quelli sanitari, vedono il salario della donna essere nettamente inferiore rispetto a quello ottenuto dagli uomini in un’altra area in cui invece sono loro a prevalere.

Le competenze della donna vengono viste come “tipiche” del loro sesso e quindi non vengono valutate come veri e propri talenti e frutto di studio e di dedizione: le femmine, solitamente amorevoli e più miti rispetto agli uomini, vengono pagate di meno se svolgono la professione infermieristica, rispetto a un uomo paramedico, nonostante possa vantare le stesse qualifiche.

Preconcetti di questo genere non fanno altro che alimentare il divario retribuito di genere, portando a un netto peggioramento delle condizioni nelle quali le donne lavorano, che vengono spesso sfruttare, e a una diminuzione del livello del salario. Senza tenere conto di atteggiamenti come il mobbing e le discriminazione sociali, messi in pratica nella maggior parte dei casi nei confronti delle donne.

La maggior parte delle cariche di comando vengono ricoperte dagli uomini: in Europa scienziati e ingegneri donne sono appena un terzo. Ad esempio, nei consigli di amministrazione delle principali società quotate in borsa dell’Unione europea, il sesso femminile rappresenta solo il 17,8%, mentre le amministratrici delegate il 4,8%.

Clarissa Cusimano.

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