Koltes è un drammaturgo francese morto di aids a soli 41 anni nel 1989.
Debuttò nel 1977 al Festival di Avignone con il monologo “La notte poco prima della foresta” che è proprio quello che recita Favino sul palco dell’Artiston
Ma il suo successo arriva purtroppo dopo la sua morte, è uno degli autori francesi oggi più rappresentati al mondo.
Koltes nasce nel 1948 da una famiglia borghese. Passò la sua vita a viaggiare o forse a fuggire.
Un destino tormentato, scrittore omosessuale proveniente da una famiglia cattolica e tradizionalista che è perennemente in viaggio.
Racconta bene l’essere straniero perchè lui per primo ci si era sentito. Quando cominciò a scrivere a New York, quando girava il mondo sentendosi rifiutato, quando come tutti aveva il bisogno di amare ed essere amato, quando non aveva soldi in tasca e l’unica arte era l’ arrangiarsi, quando ci racconta i pericoli della periferia.
Un racconto lucido e commovente che Koltes fa della vita. Il bisogno umano di un affetto, di un tetto per ripararsi dalla pioggia, l’eterna sensazione di essere nel posto sbagliato.
Perchè la scelta di Favino ha creato polemiche?
Gasparri dichiara:
“Intanto, quello è un festival della canzone. Quindi, facessero le canzoni. Poi, per carità, si può fare anche buonismo a tutti i costi, prendendo 300mila euro lordi. Favino ne desse un po’ in beneficenza. Io di questo buonismo infilato dappertutto non ne posso più. Peraltro, a me non piace neanche la recita di uno che deve imitare uno straniero. Recitalo nel modo in cui parli tu”.
Anche Salvini è della stessa opinione, a suo avviso il testo sarebbe stato scelto per questioni di “audience” infatti dichiara che i migranti fanno più notizia dei terremotati.
Di cosa parla il monologo di Koltes?
Di uno straniero che racconta cosa significa essere straniero. Lo racconta a uno sconosciuto incontrato per strada. Parla del senso di profonda solitudine, del bisogno di amore, della periferia urbana ma anche umana che la strada racchiude.
Nessuno, credo, abbia saputo raccontare cosa significa sentirsi “straniero” meglio di Koltes e lui questo testo lo scrive nel 1977.
Cosa pensa Favino?
Pierfrancesco Favino questo monologo lo conosce molto bene, lo aveva già portato al Teatro Ambra Jovinelli nel 2004 e non sente di aver fatto politica recitando un testo che ha molto a cuore.
Di sicuro ha fatto una scommessa nel portarlo su un palco nazional popolare come quello di Sanremo. Non era scontata nè la comprensione nè il grande riscontro del pubblico.
Ma l’ha vinta egregiamente questa scommessa, sia per la sua bravura nel recitarlo sia perchè Koltes ha il gran dono di prenderci per mano e farci sentire un po’ stranieri e invisibili come si è sentito lui.