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lunedì, 19 Maggio,2025
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Storia del razzismo in Italia, quando e dove è nato?

Secondo una recente ricerca condotta nel 2015 da Pew Research Center, l’Italia è il primo Paese in Europa per odio contro i mussulmani e rom ma ti sei mai chiesto quando e dove è nato questo fenomeno in Italia?

Stiamo parlando di qualcosa di complesso che ha radici molto antiche e a cui è difficile dare una risposta netta ma, nelle prossime righe ho cercato di analizzare diversi elementi per cercare di trovare una soluzione quanto più chiara possibile.

In Italia il primo ghetto contro gli Ebrei

Come ho detto le radici del razzismo nel nostro Paese sono molto antiche ma non ci sono prove della sua continuità e, probabilmente i primi sintomi nella storia moderna risalgono al 16° secolo quando è iniziata la costruzione dei ghetti. In particolare è proprio in quel periodo che risale la costruzione del ghetto di Venezia (il primo al mondo per gli ebrei).

Durante l’unità d’Italia

Parlando invece di Italia come paese Politico, possiamo dire che il razzismo è stato sempre presente, fin dall’alba dell’unità nazionale e ha raggiunto il suo apice con le leggi razziali fasciste. Parlando proprio del periodo dell’unità d’Italia, in quegli anni la politica era fortemente influenzata dalle teorie internazionali che promuovevano il razzismo in diverse forme.

Una delle teorie più diffuse era il “razzismo scientifico”, che si inspirava alla pubblicazione di Charles Darwin “Origine della specie” per mascherare l’odio verso altre etnie dietro una parvenza scientifica.

Queste idee nel nostro Paese si presentavano molto forti come teorie anti-meridionali, infatti oltre all’odio verso gli stranieri era più diffusa la diffidenza contro le persone del sud Italia.

Erano tante le persone che credevano in una “inferiorità” dei popoli meridionali, compresi vertici politici, banchieri, imprenditori, ricercatori e cosi via. Insomma, tutta la società del nostro Paese era permeata da idee razziste compreso il sud Italia, dove molti studiosi meridionali sostenevano le teorie dell’anti-meridionalismo.

La forza di queste idee era talmente forte che riuscirono addirittura ad attraversare l’oceano, per la precisione arrivarono  negli Stati Uniti dove erano frequenti le forme di discriminazione contro gli italiani meridionali (ancora maggiore rispetto agli altri italiani).

Le prove delle idee anti-meridionali

Tornando nel nostro paese, le prime prove di questo fenomeno risalgono probabilmente ad una lettera scritta da Massimo d’Azeglio (presidente del consiglio del Regno di Sardegna) che, alla vigilia dell’unità d’Italia (il 17 Ottobre 1860), scrive di essere fortemente preoccupato di un’unione con i napoletani che associa addirittura a dei malati di vaiolo.

Inoltre, in alcune città non era difficile vedere cartelli fuori dai negozi con scritte “vietato l’ingresso ai cani e ai meridionali”. Naturalmente il pensiero anti-meridionale non si è risolto con l’unità nazionale e, probabilmente, il motivo di questo forte sentimento è dovuto alle tante culture, molto diverse fra loro, che hanno incontrato grandi ostacoli per una completa di integrazione.

A distanza di oltre un secolo e mezzo siamo sicuri che questa situazione sia migliorata? Tu che cosa ne pensi, le idee anti-meridionalismo sono ancora vive come una volta, hanno cambiato forma o sono finalmente sparite?

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