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domenica, 20 Luglio,2025

L’impegno di Nadir Malizia contro bullismo e cyberbullismo

Bullismo e cyberbullismo: l’impegno di Nadir Malizia

Di fronte a un fenomeno in crescita esponenziale, che colpisce in modo ancora più violento le persone con disabilità, diventa urgente far sentire la loro voce e raccogliere consigli concreti per combattere bullismo e cyberbullismo. Abbiamo parlato con Nadir Malizia, che, dopo aver vissuto sulla propria pelle l’esperienza del bullismo a scuola e all’università, ha dedicato la propria carriera – a seguito di una laurea magistrale in Giurisprudenza – a studiare e contrastare questi fenomeni.

Un percorso segnato dalla vulnerabilità
“Ho subito bullismo in ambito scolastico e universitario a causa della mia disabilità e non solo”, racconta Nadir. Quell’esperienza dolorosa si è trasformata in motore per approfondire le dinamiche del bullismo “in particolar modo del cyberbullismo, che cresce in modo sempre più incisivo” e richiede strategie nuove e tempestive.

Gli errori più comuni nelle scuole
Secondo Nadir Malizia, spesso gli istituti cadono in tre gravi sviste:

  • Sottovalutare la gravità, trattando gli episodi come “semplici” conflitti tra pari;
  • Colpevolizzare la vittima, che finisce per sentirsi responsabile di ciò che subisce;
  • Minimizzare l’aspetto emotivo e psicologico, ignorando come un trauma non gestito in tempo possa sfociare in danni irreparabili.

Strumenti digitali: non demonizzarli, ma usarli con consapevolezza
I social network possono trasformarsi in luoghi di inclusione, ma solo se si insegna ai ragazzi – con o senza disabilità – a navigarli in sicurezza. Ecco i consigli pratici di Nadir:

  1. Leggere bene il profilo di chi chiede di connettersi, carpendo quante più informazioni possibili.
  2. Controllare eventuali amici in comune, per verificare l’affidabilità del nuovo contatto.
  3. Condividere solo il minimo indispensabile, specie se non si è certi dell’altra parte.
  4. Segnalare immediatamente ogni profilo o comportamento sospetto ai moderatori o agli adulti di riferimento.

Il ruolo dei media: responsabilità e accuratezza
Parlare di bullismo e cyberbullismo nei media è fondamentale, ma va fatto con rigore. “Le tematiche sono serie: serve informazione corretta, costruita insieme agli esperti, per essere veramente utile a chi ascolta. Solo così si crea una buona comunicazione mediatica”, spiega Nadir.

Verso soluzioni istituzionali e legislative
La legge 71/2017 – che definisce regole e tutele per il bullismo e il cyberbullismo, con particolare attenzione ai minorenni – è un punto di partenza importante, ma va “ampliata e resa più efficace”. Occorre coinvolgere a fondo scuole e istituzioni, dedicando più tempo e risorse a programmi di prevenzione e formazione.

Un messaggio a chi soffre in silenzio
“Il bullismo è silenzioso: se non intervieni subito, può ucciderti dentro lentamente”. L’invito di Nadir Malizia è chiaro: alle prime avvisaglie, parlarne senza paura, chiedere aiuto a genitori, insegnanti, amici o professionisti, per fermare la violenza prima che sia troppo tardi.

In conclusione, l’impegno di Nadir Malizia dimostra che la lotta al bullismo e al cyberbullismo richiede un approccio multilivello: dalla sensibilizzazione nei contesti educativi all’uso consapevole della tecnologia, fino a una comunicazione mediatica e istituzionale responsabile. Ascoltare chi ha vissuto queste esperienze è il primo passo per costruire ambienti sicuri e inclusivi.

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