Bullismo e cyberbullismo: l’impegno di Nadir Malizia
Di fronte a un fenomeno in crescita esponenziale, che colpisce in modo ancora più violento le persone con disabilità, diventa urgente far sentire la loro voce e raccogliere consigli concreti per combattere bullismo e cyberbullismo. Abbiamo parlato con Nadir Malizia, che, dopo aver vissuto sulla propria pelle l’esperienza del bullismo a scuola e all’università, ha dedicato la propria carriera – a seguito di una laurea magistrale in Giurisprudenza – a studiare e contrastare questi fenomeni.
Un percorso segnato dalla vulnerabilità
“Ho subito bullismo in ambito scolastico e universitario a causa della mia disabilità e non solo”, racconta Nadir. Quell’esperienza dolorosa si è trasformata in motore per approfondire le dinamiche del bullismo “in particolar modo del cyberbullismo, che cresce in modo sempre più incisivo” e richiede strategie nuove e tempestive.
Gli errori più comuni nelle scuole
Secondo Nadir Malizia, spesso gli istituti cadono in tre gravi sviste:
- Sottovalutare la gravità, trattando gli episodi come “semplici” conflitti tra pari;
- Colpevolizzare la vittima, che finisce per sentirsi responsabile di ciò che subisce;
- Minimizzare l’aspetto emotivo e psicologico, ignorando come un trauma non gestito in tempo possa sfociare in danni irreparabili.
Strumenti digitali: non demonizzarli, ma usarli con consapevolezza
I social network possono trasformarsi in luoghi di inclusione, ma solo se si insegna ai ragazzi – con o senza disabilità – a navigarli in sicurezza. Ecco i consigli pratici di Nadir:
- Leggere bene il profilo di chi chiede di connettersi, carpendo quante più informazioni possibili.
- Controllare eventuali amici in comune, per verificare l’affidabilità del nuovo contatto.
- Condividere solo il minimo indispensabile, specie se non si è certi dell’altra parte.
- Segnalare immediatamente ogni profilo o comportamento sospetto ai moderatori o agli adulti di riferimento.
Il ruolo dei media: responsabilità e accuratezza
Parlare di bullismo e cyberbullismo nei media è fondamentale, ma va fatto con rigore. “Le tematiche sono serie: serve informazione corretta, costruita insieme agli esperti, per essere veramente utile a chi ascolta. Solo così si crea una buona comunicazione mediatica”, spiega Nadir.
Verso soluzioni istituzionali e legislative
La legge 71/2017 – che definisce regole e tutele per il bullismo e il cyberbullismo, con particolare attenzione ai minorenni – è un punto di partenza importante, ma va “ampliata e resa più efficace”. Occorre coinvolgere a fondo scuole e istituzioni, dedicando più tempo e risorse a programmi di prevenzione e formazione.
Un messaggio a chi soffre in silenzio
“Il bullismo è silenzioso: se non intervieni subito, può ucciderti dentro lentamente”. L’invito di Nadir Malizia è chiaro: alle prime avvisaglie, parlarne senza paura, chiedere aiuto a genitori, insegnanti, amici o professionisti, per fermare la violenza prima che sia troppo tardi.
In conclusione, l’impegno di Nadir Malizia dimostra che la lotta al bullismo e al cyberbullismo richiede un approccio multilivello: dalla sensibilizzazione nei contesti educativi all’uso consapevole della tecnologia, fino a una comunicazione mediatica e istituzionale responsabile. Ascoltare chi ha vissuto queste esperienze è il primo passo per costruire ambienti sicuri e inclusivi.