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lunedì, 19 Maggio,2025
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La giornalista Masih Alinejad e la campagna “anti” velo

Masih Alinejad, è una giornalista iraniana nota per il suo forte scetticismo nei confronti delle autorità del suo paese. Le pesanti critiche mosse, nel corso del tempo, da Masih Alinejad nei confronti delle leggi iraniane l’hanno portata a dover vivere lontana dalla sua terra, in una sorta di esilio new yorkese.

Alle nostre latitudini di lei s’era parlato qualche anno fa (nel 2014), in onore della sua campgna My Stealthy Freedom che invitava le donne iraniare a liberarsi del velo e fotografarsi a capo scoperto. Le fotografie (spesso con volti occultati e, per ovvie ragioni, prive di dati sensibili), venivano poi raccolte dalla giornalista e pubblicate nell’apposito portale.

Una donna coraggiosa di cui è bene parlare nonostante sia passato qualche anno da che le sue gesta fecero scalpore.

Masih Alinejad il coraggio di una Donna

Masih Alinejad nasce nel 1976, figlia di due agricoltori.

Cresce a Ghomikola al Nord di Teheran, da subito sente l’esigenza di ottenere gli stessi diritti che vengono garantiti ai suoi fratelli. Dalla prima gioventù ad oggi la sua vita è stata caratterizzata da prese di posizione coraggiose e molti scandali.

A soli diciotto anni comincia il suo impegno politico, al liceo scopre autori e testi banditi dal governo che la spingono ad impegnarsi in quanto attivista. Insieme al primo marito (sposato poiché di vedute più larghe rispetto alla sua famiglia) e al fratello Ali, nel 1994 viene arrestata per aver fatto del volantinaggio. [Fonte]

La sua carriera giornalistica (permessa anche grazie alla presenza di un presidente più modrato) comincia nel 2001. Nel 2005 scrive un articolo scomodo (a proposito d’ingenti somme di denaro ottenute dai politici, e mascherate da bonus) che le costerà il ruolo di reporter parlamentare.

Nel 2008 Masih Alinejad scrive un articolo contro l’allora presidente, paragonandolo ad un addomesticatore di delfini e suscitandone le sue ire. Il direttore del giornale per cui scriveva Masih, si scuserà pubblicamente per le parole della sua giornalista.

Nel 2009 lascia definitivamente l’Iran e nel 2011 si laurea in comunicazione all’Oxford Brookes University.

Il progetto My Stealthy Freedom

Il progetto My Stealthy Freedom, a detta della stessa Masih Alinejad, nasce quasi per caso, da interazioni Social inaspettate.

Per spezzare la monotonia la giornalista posta una sua fotografia senza velo, a Londra. A questa il suo pubblico risponde facendo notare quanto sia facile per lei far ciò, dato che si trova all’estero. I commenti critici sotto la sua foto le fanno prendere la decisione di pubblicare anche la seguente: scattata qualche anno prima in Iran, sempre senza velo. Lo scatto è accompagnato dalla didascalia: “Chi di voi non ha una fotografia simile scattata in Iran?”

Una provocazione che basta a far sì che molte, moltissime, donne le inviino il proprio selfie a capo scoperto. Sono così tante che Masih capisce sia necessario raccogliere tutte in unico posto e renderle pubbliche.

La cosa, forse, più sorprendente è che ciò non ha colpito solo le donne. Non sono pochi gli uomini a decidere di fotografarsi accanto alle proprie famigliari senza velo.

Masih ha più volte precisato che la campagna non vuole essere contro il velo, bensì contro la mancata libertà di scelta, l’imposizione a doverlo portare. La campagna My Stealthy Freedom, infatti, non mira all’abolizione dello hijab quanto, piuttosto, alla libertà di ogni donna di poter scegliere se volerlo indossare o meno.

Le donne che hanno partecipato (e partecipano) alla sua campagna non rischiano poco, ma correre dei rischi sembra meno pericoloso quando ci si sta battendo per le proprie libertà.

Esiste anche l’account Twitter in cui è possibile seguire gli sviluppi del progetto.

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