Qual’è l’eredità del pensiero razzista?
Cosa crea il razzismo?
Perché uccidere per il colore della pelle?
Ci stiamo ponendo queste domande in relazione ad un fatto drammatico avvenuto a Fermo per mano di ragazzi italiani che hanno definito una donna come scimmia. Quindi oltre che razzisti pure specisti perché le scimmie non fanno male alla loro specie ne alla terra che abitano ma persone del genere neanche dovrebbero menzionarle le scimmie diciamo per parte nostra, ma tale affermazione può anche essere concepita e recepita – come avviene in questo caso – come un insulto, e infatti il compagno della donna ha reagito alle parole di questi italiani ed è morto per aver reagito e difeso la compagna. Abbiamo aperto con delle domande questo nostro post anch’esso dedicato – purtroppo diciamo – per l’ennesima volta ad episodi di razzismo avvenuti in Italia e ad ogni domanda formulata daremo la nostra versione della verità, diciamo nostra perché è palese che l’antirazzismo non è diffuso nella masse e diciamo questo anche in virtù di alcune dichiarazioni della cittadinanza di Fermo che dopo questo fatto ancora tendono a proteggere un assassino, perché di un assassino si tratta e questa non vuole essere una provocazione ma solo l’affermazione di un dato di fatto. Tale presa di posizione ricorda quella della madre di un bambino abusato da un pedofilo, e la madre difendeva il pedofilo. Anche quest’ultima è una storia recente come sappiamo.
Qual’è l’eredità del pensiero razzista?
Il pensiero razzista ha diverse eredità, a seguire un elenco:
- Una sommaria discriminazione
- La possibile azione materiale ai danni del soggetto che la forma di razzismo ritiene responsabile di talune vicende
- L’odio indiscriminato verso delle persone solo per il loro colore della pelle
Quest’ultima eredità, per così dire, la dice lunga su tutte le altre calcolando che secondo una teoria antropologica, tutti gli esseri umani nascevano – agli albori – con la pelle scura. Quindi è come odiare la specie umana un altra forma di specismo forse? La si potrebbe anche vedere così in effetti. Il secondo punto evidenzia invece una tendenza di superiorità al pari degli altri ma che tende a voler mettere in piedi una o più azioni offensive – sul piano materiale – nei riguardi del soggetto, oggetto di discriminazione o di un soggetto che si interpone fra lui-lei e il soggetto destinatario di discriminazione, questo è ciò che è avvenuto nel caso di Fermo. Vi è poi la sommaria discriminazione magari con battute non eccessivamente offensive ma comunque anche quella è una forma discriminatoria.
Cosa crea il razzismo?
Ovviamente nulla di buono è però uno strumento utile per mantenere le cose come stanno anche se sistematicamente queste peggiorano nella vita delle persone. Un esempio. La crisi ha gettato un ombra sulla vita di molte persone e il razzismo e la discriminazione in generale di minoranze ma anche di gruppi ampi di gente, è una risposta che le persone trovano per non osservare il vero problema che – come ho detto in più occasioni – è una società che è regolata in classi sociali dove i poveri pagheranno sempre il prezzo più alto che siano essi di qualunque etnia. Ovviamente quindi il pensiero razzista fa comodo allo stato di cose esistenti. Quindi per rispondere alla domanda, il razzismo crea la sicurezza che le cose continuino ad essere come sono peggiorando la condizione di chi già sta male e salvando lo stato suddiviso in classi.
Perchè uccidere per il colore della pelle?
A questa domanda francamente non so trovare un unica risposta perché probabilmente il pensiero razzista e il razzismo in generale, sono diversi dall’omofobia e dalla transfobia, si sostiene infatti che alcuni omofobi sono gay non dichiarati, o persone che almeno una volta nella vita si sono sentite attratte da persone del loro stesso sesso e che odiano chi è dichiarato perché non vogliono ammettere a loro stessi cosa provano. Ma nel caso del razzista questo discorso non è valido. La risposta può essere per un odio ingiustificato che spersonalizza la persona che si ha davanti secondo una teoria checonsidera il pensiero razzista – ma ancor più l’azione razzista – come una malattia mentale. Sono stati anche condotti degli studi relativi a questa ipotesi che risponde alla domanda del nostro paragrafo, il link ad uno di questi studi. Noi a questa teoria aggiungiamo un pensiero, più volte ribadito nel nostro sito, oltre ad un buco nero che può far perdere completamente la ragione – che appare anche un pochino una giustificazione sotto certi aspetti – c’è il fattore culturale quello che identifica, sin da quando si è piccoli, il buono e il cattivo e lì ancora oggi si formano le coscienze dei futuri razzisti in età adulta.