Discriminazione politica. Sono due paroline queste che spesso negli accordi e nei manifesti aziendali si leggono in frasi del tipo: Nessuna discriminazione basata sull’orientamento religioso e/o politico di un soggetto, ne sulla sua razza o sui suoi gusti sessuali. Ma scrivere una frase è semplice, cambiare delle culture invece non lo è affatto.
Nel nostro sito lo ripetiamo spesso, la discriminazione è qualcosa che può investire diversi campi, diverse persone e va aggiunto che talvolta le persone sono anche inconsapevoli di compiere un atto discriminatorio o potenzialmente tale, mentre altre sanno benissimo ciò che stanno facendo.
Ci concentreremo su questa seconda attitudine.
La Discriminazione Politica sul luogo di lavoro
Ormai su questo luogo e su quello al cui interno si perpetua ci si riflette poco, alcune persone addirittura arrivano a pensare che se manca il lavoro va bene vivere con un reddito di cittadinanza e non cercarlo più. Ma senza il lavoro non esiste nulla, non esiste produzione, non esiste un attività atta a far sentire le persone partecipi del loro destino e del loro futuro, non esiste la società. Eppure quando si parla di lavoro intervengono dei concetti fuorvianti a monte, alcuni esempi:
- Se si lavora si è fortunati
- Quando si lavora non si sputa nel piatto dove si mangia
- I sindacati sono inutili e dannosi
- Politica e lavoro è bene che siano separati
Questi quattro sono concetti che già in loro contemplano una forma discriminatoria, in tutte e quattro le circostanze. Probabilmente questo articolo susciterà molte polemiche già solo per il fatto che in esso sono citate le parole: Politica & Sindacato che attualmente non solo non sono di moda ma suscitano subito reazioni controverse, a tal proposito è bene da subito dare un chiarimento e tale chiarimento sarà sottoforma di metafora:
Se un luogo è neutro ma abitato da persone che ne depotenziano la spinta a fare cose positive, cos’è sbagliato il luogo? O le persone che lo abitano per come agiscono?
Se avete risposto il luogo state guardando il dito invece della luna, invece se avete risposto le persone che lo abitano e adottano comportamenti errati non avete lasciato prendere il sopravvento alla rabbia e magari ne avete ancora dentro come è giusto che sia visto che in diversi anni hanno venduto la pelle di chi lavora in tutti i modi e questi ultimi si sono poi ritrovati con problemi legati al mantenimento di se stessi e delle loro famiglie, con problemi legati appunto alla discriminazione, con problemi legati all’essere sotto pagati, con aziende che chiudono e aprono all’estero e chi più ne ha più ne metta per usare un ulteriore metafora. Ma certo non è il luogo responsabile di ciò, lo sono invece le persone che al suo interno hanno agito favorendo chi ha discriminato, cassaintegrato e licenziato le lavoratrici ed i lavoratori pensando solo ad accumulare capitali, o a salvare il salvabile in extremis nel quale – di certo – non rientravano coloro che erano e sono da sempre l’anima pulsante del sistema di produzione, appunto le lavoratrici ed i lavoratori.
Se si lavora si è fortunati
Si parla di discriminazione politica, ebbene se si ha un credo politico che confligge con ogni azione aziendale volta all’accumulo di capitali e all’abbassamento dei diritti di chi lavora è ovvio che si verrà discriminati – su base politica – esprimendo la propria opinione e ciò contraddice nettamente la frase di apertura del post.
Quando si lavora non si sputa nel piatto dove si mangia
Questo anche è un must che ci si sente ripetere continuamente. Se sul posto di lavoro si sta male o insorgono problematiche gestionali o legate all’ambiente lavorativo, ma anche di natura psicofisica, quale sarebbe la ragione per cui non si deve lottare per stare meglio e farsi rispettare? Il fatto di essere pagati forse? Ma i soldi non danno automaticamente la salute o la serenità.
I sindacati sono inutili e dannosi
Tale frase anche è indicativa di quella che dopo la rivoluzione francese fu adottata come parola chiave da altri movimenti politici rivoluzionari, ovvero indica l’essere reazionari. Come scritto sopra si indica la luna e si osserva il dito, non è un ente o un sindacato come involucro e/o mezzo a deficiere ma coloro che vi sono all’interno. Il sindacato nasce con lo scopo di difendere gli interessi del mondo del lavoro che poi la sua strada abbia preso un altra direzione dipende da chi vi era dentro non dal sindacato in quanto tale. Ovviamente chi fa attività sindacale per colpa di chi ha rovinato quest’ambito viene discriminato su base politica, specie se contrasta ciò che le aziende fanno per abbassare il costo del lavoro e togliere diritti a chi lavora.
Politica e lavoro è bene che siano separati
Viene da descrivere ciò con una domanda, Perché è bene che siano separati? L’identità politica di un soggetto è viva e presente in ogni azione che svolge nella sua vita, esiste quando va a fare la spesa e non si fa passare avanti da un altra persona esprimendo così un diniego – che è un atto politico e si può interpretare come tale – verso chi fa il furbetto, l’identità politica si esprime per come ci si comporta con gli altri, si esprime quando si protesta per una cartella esattoriale, perché sul lavoro non si dovrebbe esprimere? Perché si viene pagati per comprarsi il silenzio di chi lavora? Lanciando un idea provocatoria sostengo questo ma ci sarebbe da chiederselo seriamente.