Colonialismo e razzismo sono strettamente connessi anche su basi religiose come mostra la slide tratta da questo link. E troppo spesso si parla di episodi che hanno grande risonanza mediatica. Ma il razzismo vive anche nel quotidiano, e se alla base c’è una sottocultura che genera odio in alto si verificano grandi episodi drammatici.
A seguire l’immagine-slide di cui accennavo poco sopra:
La discussione sul razzismo prende piede ormai solamente quando si parla di sbarchi sulle coste italiane, quando si vedono scene che un tempo si sarebbero definite di deportazione e strage umanitaria che oggi vengono spacciate per una questione di igiene ambientale e addirittura di tutela, ma il razzismo serpeggia da sempre nelle società e colpisce tutti, sia sul piano conscio sia su quello inconscio.
Non è forse vero che l’occidente è maestro di imperialismo e di occupazione di territori altri che non sono quelli di nascita di tutti quei personaggi che un tempo conquistavano senza regole uccidendo e massacrando le popolazioni locali e oggi invece fanno affari che sfruttano manodopera a basso costo, se non a costo zero. I due modelli non sono infatti scollegati.
Ma il razzismo è non solo in alto, per così dire, colpisce anche il quotidiano e genera mostri, che sono affini a quelli del sonno della ragione. Basti pensare che in passato non era così strano che parenti anziani – che hanno vissuto il periodo fascista e sapevano benissimo cosa fosse il colonialismo – come favola per far andare a dormire i bambini raccontassero dell’uomo nero, era un instillare preconcetto, e molti piccoli e piccole sono cresciute con l’idea che la persona nera, l’uomo nero per l’esattezza, esistesse per fare del male ai bianchi. Insomma un idea spesso fa talmente male che poi uscirne diventa anche difficile specie se a raccontarla è un parente che dovrebbe – al contrario – insegnare che siamo tutte e tutti cittadin@ del mondo. Ma ciò non giustifica comunque chi rimane di quell’idea visto che è palese che a delinquere non è una razza ma il genere umano per intero, non suddiviso quindi per etnia. Eppure il costrutto mentale resta comunque difficile da abbattere anche quando si conosce questa verità. Sono da ritenersi dannosi quei parenti quindi che specie nell’infanzia inducono bambini a farsi un idea del tutto errata delle persone che non provengono dal loro paese di origine, perché stanno formando una mente che è come una spugna, formando appunto con un idea sbagliata e fuorviante, una o più menti. Fortunatamente molti di questi crescendo si rendono conto che le parole ascoltate nell’infanzia erano solo parole per l’appunto, ma il tentativo di far mettere loro radici va certamente condannato.
Il Colonialismo e l’Imperialismo
Molte persone non riflettono sulla storia che ha portato in auge rancori mai sopiti e conflitti che oggi minacciato il pianeta da oriente ad occidente. Il razzismo è uno dei volti su cui si fondavano e si fondano ancora oggi, le ragioni per discriminare ed annichilire intere popolazioni. Non è quindi la risposta come molti vogliono far credere ma solo la benzina su un fuoco antico. Colonialismo e Imperialismo nascono nel cuore dell’Europa e – come spesso accade – da nomi altisonanti nascono fenomeni di sfruttamento, degrado umano e discriminazione. Basti pensare a come le persone bianche in Africa hanno sfruttato e massacrato le popolazioni locali. Commercio e sfruttamento – in passato come avviene oggi in altre forme – sono sempre stati interconnessi, specie se si pensa proprio al colonialismo, e quando il sistema capitalistico va in un luogo per accaparrarsi le risorse ivi presenti allora lo sfruttamento è un modo per ottenerle. Sfruttamento delle persone principalmente. Ebbene il razzismo in un contesto che agisce in tal senso fa estremamente comodo perché diviene idea di massa e cancella le colpe di chi sfrutta e annichilisce intere popolazioni locali, facendo passare queste per colpevoli. La base culturale è quindi di grande rilevanza per chi intende coprire un attitudine, quella di acquisire con qualunque mezzo risorse che si trovano in specifici luoghi. Quelle risorse generalmente sono anche una delle ragioni che giustifica delle guerre. Sempre perché è l’economia che c’è a monte che è tutta sbagliata e la discriminazione razziale è uno strumento di questa economia, cresce con essa e da questa trova spunto per la sua esistenza. Alcuni popoli – come quello cinese durante la Rivolta dei Boxer nel 1901 – si ribellano alla xenofobia e alle ragioni discriminatorie perpetrate dai popoli occupanti e coloniali. Ma in linea di massima è sempre una minoranza a scegliere di ribellarsi ma si può dire – in tal senso – che la storia è abbastanza chiara. Razzismo e mancata distribuzione delle risorse viaggiano quasi sempre assieme e per giustificare la seconda, chi in genere vuole perseguire un certo tipo di politica ricorre alla discriminazione razziale e a mettere chi necessita di lavoro e diritti l’uno contro l’altro continuando così a perpetrare un sistema.