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lunedì, 19 Maggio,2025
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Aboubakar Soumahoro: La lotta contro il caporalato e la difesa dei diritti dei braccianti in Italia

Aboubakar Soumahoro è una figura emblematica nella battaglia contro lo sfruttamento dei lavoratori nei campi italiani e per i diritti degli immigrati. Nato in Costa d’Avorio nel 1980, è arrivato in Italia all’inizio degli anni 2000 e, dopo aver lavorato e studiato, si è laureato in Sociologia all’Università Federico II di Napoli. La sua ascesa come sindacalista e attivista è stata guidata dalla volontà di dare voce a migliaia di braccianti agricoli, spesso sfruttati in condizioni disumane.

Il caporalato è uno dei fenomeni più gravi che caratterizzano l’agricoltura in Italia, soprattutto nelle regioni meridionali. Questo sistema di intermediazione illecita sfrutta i lavoratori, spesso migranti senza permesso di soggiorno, costringendoli a lavorare in condizioni di precarietà e senza alcuna tutela. Aboubakar Soumahoro ha combattuto per anni contro questa realtà, denunciando il fenomeno attraverso l’Unione Sindacale di Base (USB) e organizzando scioperi e proteste. La sua azione si è concentrata sulla richiesta di contratti regolari, una paga giusta e la sicurezza sul lavoro, diritti basilari per chi lavora nei campi. La sua battaglia è diventata simbolo della lotta contro lo sfruttamento, ma anche una sfida contro chi trae vantaggio da questa situazione di ingiustizia.

Una delle sue azioni più iconiche è stata la “marcia degli stivali”, un gesto che ha catturato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Soumahoro si è presentato davanti al Parlamento indossando gli stivali infangati dei braccianti, per denunciare le condizioni disumane in cui erano costretti a lavorare. Questo atto simbolico ha portato all’attenzione nazionale il tema del caporalato, facendo emergere una problematica che, sebbene fosse ben conosciuta da chi lavorava nel settore, fino ad allora era stata ignorata da gran parte della società.

Nel 2022, Soumahoro ha deciso di entrare in politica, candidandosi con l’Alleanza Verdi e Sinistra. La sua elezione a deputato ha inizialmente suscitato entusiasmo, in quanto si pensava che un attivista così impegnato potesse portare una nuova prospettiva nelle istituzioni. Tuttavia, la sua carriera politica è stata segnata da un’inchiesta che ha coinvolto la cooperativa Karibu, fondata dalla sua famiglia, e il consorzio Aid, accusati di irregolarità nella gestione dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti. Nonostante Soumahoro abbia sempre dichiarato di essere estraneo ai fatti, l’inchiesta ha sollevato forti polemiche e ha messo in discussione la sua credibilità politica.

Il caso di Soumahoro evidenzia il conflitto tra attivismo e politica, un dualismo che spesso mette alla prova la coerenza tra ideali e dinamiche politiche. Come attivista, Soumahoro ha combattuto per un’Italia più giusta, portando alla luce la sofferenza dei lavoratori agricoli e delle persone vulnerabili. Ma l’ingresso nel mondo politico lo ha esposto a situazioni e compromessi che hanno rischiato di offuscare la sua figura. Questo solleva interrogativi sul ruolo degli attivisti quando passano alla politica: possono mantenere la loro integrità o, inevitabilmente, si adattano alle logiche del potere?

Nonostante le difficoltà e le polemiche, la questione del caporalato rimane una piaga in Italia. La battaglia per i diritti dei braccianti è tutt’altro che finita e, sebbene Soumahoro abbia vissuto alti e bassi, il suo impegno ha avuto il merito di tenere alta l’attenzione su questo tema. È fondamentale che le istituzioni e la società continuino a confrontarsi con il problema, per evitare che migliaia di lavoratori continuino a essere sfruttati e dimenticati.

La storia di Aboubakar Soumahoro, tra attivismo e politica, rappresenta una delle tante sfide che i movimenti sociali affrontano quando cercano di trasformare la realtà. Qualunque sia l’evoluzione della sua carriera, la sua lotta per i diritti dei lavoratori agricoli continuerà a essere un faro per chi crede che la giustizia sociale sia un valore imprescindibile.

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